Eolo-Kometa, Simone Bevilacqua annuncia il ritiro: “Ho sempre lavorato per i miei compagni, a quanto pare non è bastato”
Simone Bevilacqua saluta il gruppo. Ancora formalmente sotto contratto con la Eolo – Kometa, nel frattempo diventata Polti – Kometa, il corridore di Marostica appende la bici al chiodo dopo sei stagioni da professionista. Passato in maglia Wilier Triestina – Selle Italia, poi diventata Neri sottoli e Vini Zabù, il classe 1997 era approdato alla formazione di Ivan Basso e Alberto Contador nel 2022, ma dopo due stagioni senza risultati di rilievo, non è stato rinnovato e non ha trovato altre soluzioni all’altezza delle sue aspettative. Vincitore nel 2019 di una tappa del Tour de Langkawi in carriera ha ottenuto solo un altro podio, al Giro di Albania, e un paio di piazzamenti nei dieci ai campionati nazionali a cronometro, correndo spesso al servizio del team.
“Al Giro di Croazia il management mi ha comunicato le sue intenzioni, speravo che non fossero definitive, ma così non è stato – racconta Bevilacqua a Il Giornale di Vicenza – Nel finale di stagione mi sembrava di essere andato bene, mi sono messo a disposizione della squadra come ho potuto. Le cose si erano messe male da gennaio. Alla Vuelta a San Juan, in Argentina, non siamo andati bene. Dopo la Milano-Sanremo non sono più stato convocato alle corse per quasi tre mesi. Non ho ottenuto risultati personali ma ho sempre lavorato per i miei compagni, a quanto pare non è bastato“.
Dal prossimo mese lascerà dunque il gruppo e il ciclismo per lavorare nell’azienda di famiglia, che da sempre era il suo biglietto di uscita, che tuttavia non pensava avrebbe dovuto obliterare così presto. “Di solito in questo periodo sceglievo le nuove scarpe da bici, adesso mi devo comprare quelle antinfortunistiche – sottolinea amareggiato – Il ciclismo è sempre stato la mia vita, non mi è mai pesato allenarmi, la fatica in bici mi fa stare bene. Questo sport mi ha permesso di conoscere il mondo e molte persone fantastiche. I miei riferimenti sono stati soprattutto Filippo Pozzato, con cui ho condiviso il suo ultimo anno da corridore, Maxi Richeze e Gianluca Brambilla, corridori esperti che mi hanno dato tanti consigli”.
Passato professionista a 21 anni dopo una buona annata in maglia Zalf con la quale ha conquistato quattro successi, rimpiange quella scelta, così come quello che valuta un eccesso di altruismo: “Se tornassi indietro? Farei un anno in più da dilettante per arrivare più maturo al professionismo e penserei più a me stesso e meno ad aiutare gli altri. In bici comunque continuerò ad andarci, non mi è andata di traverso, non mi ha fatto niente di male”.
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